Ride la piazza e urla al sangue che
colora
il collo dei soldati fedeli alla corona,
che sopra i ceppi hanno baciato il giglio dell'onore;
che col sorriso hanno gettato di sfida il guanto ancora.
Siamo del re ladri e cavalieri
nella notte noi andiamo.
Il vento freddo del terrore
non ci potrà fermare.
L'oro che noi rubiamo con onore
dentro i nostri cuori splende
come il bel simbolo d'amore
che al trono ci legò.
Spade della Vandea, falci della boscaglia,
baroni e contadini, siamo pronti alla battaglia
per giustiziare chi tagliò il giglio sulla ghigliottina
per riabbracciare il sole di Francia sulle nostre colline.
Siamo del re ladri e cavalieri
nella notte noi andiamo.
Il vento freddo del terrore
non ci potrà fermare.
Se un rosso fiore nasce in petto a noi
è sangue di chi crede ancora
di chi combatte gli avversari
di uomini d'onore.
Nei cieli devastati da giudici plebei
nell'odio degl'uomini, nel pianto degli dei,
nasce un bel fiore che i cavalieri portano sui mantelli.
E' il bianco giglio che ha profumato il campo dei ribelli.
Siamo del re ladri e cavalieri...